Il Dal tenebroso abisso esce nella notte oscura
e nell’ombra si aggira chi del dolor
ha fatto la sua vita.....
IN NOMINE SANGUIS
è il suo avido grido ....
Nobile aspetto
portamento altero
con occhi felini sceglie la preda..
Di magico fascino allieta la notte
con un soave canto di morte!
Ascolta il lamento
dell'ombra vagante...
Con nero mantello ti avvolge d'incanto.
Al dodicesimo rintocco
ne sentirai il sospriro
mentre si nutre del tuo respiro.
Piano ti scende fino alle ossa
e, con dolcezza, ti porta alla fossa.
Come una rosa bagnata di rugiada
tu doni il tuo sangue
A chi non e’ mai sazio di baci.
Or dunque amico GIANO raccontami la storia dell'ombra errante nella notte ...
narrami la vita di chi di fascino si avvolge
son pronta ad ascoltare...
andiamo........
(... e Giano racconta...)
Il conte Dracula uscì dal sinistro castello
(quello destro era già crollato da un pezzo),
mentre scoccava la mezzanotte.
Si avviò, fischiettando e con aria disinvolta,
lungo la scorciatoia che, attraverso il bosco,
conduceva alla vicina città.
Aveva già scelto la propria vittima e
non vedeva l’ora
( i vampiri non usano l’orologio)
di stringere la bella Ingrid in un abbraccio fatale.
In men che non si dica (infatti, non lo diciamo), fu
nella stanza.
La bella Ingrid dormiva profondamente.
Il conte la guardò per un attimo, ammirandone le stupende forme,
prima di saltarle addosso.
E, invece di fare quello che avrebbe fatto un qualunque comune mortale,
e che ti avrei raccontato volentieri,
afferrò la bella addormentata in città
( quella addormentata nel bosco era una lontana cugina )
e, mordendole il collo, bevve avidamente fino all’ultima goccia di sangue.
Esagerato!
Tornò al castello
lungo la stessa scorciatoia,
senza fretta (fare due passi aiuta la digestione),
ma, appena varcata la soglia dell’antico maniero
( così chiamato perché i contadini,
commentando l’enormità della costruzione
e le manie di grandezza del conte,
esclamavano “Eh…che maniere, eh…che maniere”),
ebbe le prime fitte allo stomaco.
Passò una notte d’inferno!!
Nausea e dolori lancinanti che non accennavano a diminuire,
come se avesse fatto una scorpacciata di topi neri della foresta nera
( molto pesanti da digerire, peggio di un hamburger andato a male).
“Eppure…”, pensava il conte,
continuando a fare la spola fra la bara ed il bagno,
“…non ho bevuto altro che il solito sangue…”!
Cosa era successo?
Te lo racconto domani!!!
" DOMANI "
(... e l'amico GIANO
continua)
Era successo, ma
il conte non poteva saperlo,
che la povera Ingrid, rimasta orfana ed assillata dai creditori,
per far fronte ai debiti accumulati dal padre scioperato
(era un famoso sindacalista),
aveva dovuto cedere, poco alla volta, tutti i beni di famiglia,
riducendosi in completa povertà.
Ed è per questo motivo che, da anni, la sfortunata Ingrid si faceva…
il sangue marcio!
Ma questa non e' storia da far rabbrividire...
dai .....orsù GIANO continua e ... fammi impaurire
...."Chi, in quella notte tempestosa,
si fosse trovato a passare per l’impervio sentiero che,
attraverso il bosco, conduce al vecchio castello maledetto
( come tutti i vecchi castelli della Transilvania ),
e ammesso che qualcuno fosse stato così temerario da farlo,
avrebbe avuto la ventura di incontrare
uno strano pazzoide burlone che,
sotto la pioggia scrosciante ed incurante dei fulmini
e dei mille pericoli nascosti nel bosco maledetto
( anche i boschi sono maledetti in Transilvania ),
procedeva tranquillo, ballando e cantando a squarciagola.
E se questo temerario si fosse avvicinato,
tanto da poter
distinguere con chiarezza il volto del
bizzarro viandante, avrebbe visto,
sotto il largo mantello nero foderato di raso rosso
(era un modello di alta sartoria),
non lo scemo del villaggio in preda ai fumi dell’alcool,
ma lui…
il conte Dracula in persona.
( Tutto questo si poteva dire anche in due parole,
ma così è più letterario ed il raccontino è più lungo…)
Orbene, per
quale arcano motivo il conte
se ne andava per il bosco cantando
e ballando in cotal guisa?
Era, forse, la logica conclusione
di una serata all’osteria del villaggio?
Noooooooo....
Giammai il conte si sarebbe
abbassato ad intrattenersi con
dei bifolchi.
Era, forse, di ritorno dal ballo annuale dei vampiri?
Nooooooooo....
Si
stava preparando per partecipare
al festival di San Guisuga
(il protettore dei vampiri) ?
No, no, niente di tutto questo........
Era semplicemente di ritorno da
una
delle solite scorribande notturne,
alla ricerca di sangue di verginella!
La verginella, strano, ma vero, l’aveva trovata.
Ma la gentile donzella che il conte,
ancora una volta ignaro delle insidie,
aveva appena aggredito,
succhiandone il sangue fino all’ultima goccia
(sempre esagerato!),
era
Gertrud, la più promettente allieva
della locale accademia musicale.
E, come affermavano concordemente gli insegnanti,
Gertrud aveva…la musica nel sangue!
Povero conte!
Continuò a cantare e ballare per giorni e giorni,
in preda ad un vero e proprio delirio musicale!
Bhè son cose che capitano....
se del sangue si ha la passione.....
ma la vita sarebbe più bella
se succhiasse una dolce caramella!!!
dolciricordi